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Gatto e uomo: una relazione opportunistica?

Gatto e uomo: una relazione opportunistica?

Quando si pensa al gatto domestico viene immediatamente in mente il suo carattere tipicamente opportunista: si tende a pensare che i gatti interagiscano con l’uomo perché interessati ad ottenere qualcosa. Ma è davvero così?

Certo, sono tra gli animali domestici che più apprezzano la propria indipendenza ma non bisogna commettere l’errore di confondere questo loro temperamento solitario come disinteresse o con l’incapacità di instaurare legami affettivi con gli esseri umani.

Numerosi studi etologici hanno cercato di spiegare – al di là dei luoghi comuni – quale sia la natura del gatto domestico, paragonando i suoi comportamenti con quelli analoghi di uno randagio. Il risultato? Hanno evidenziato che si tratta di un animale relazionale (non un animale sociale come il cane).

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Cosa significa “animale relazionale”? Vuol dire che i gatti scelgono di stabilire relazioni affettive soltanto con alcuni simili o con alcuni appartenenti ad altre specie animale, come quella umana.

Non solo. Il tipo di comportamento e di relazione che i gatti scelgono di avviare cambia a seconda della persona con cui si relazionano e tendenzialmente sarà improntata alla percezione di scambio di favori. Questo ne fa un animale estremamente “selettivo” nella scelta dei propri compagni di giochi o delle persone di cui si circonda.

Non bisogna però commettere l’errore di pensare che le relazioni instaurate siano qualcosa di superficiale: i gatti domestici sono perfettamente in grado di stabilire e mantenere relazioni affettive durature.

Durature… purché si manifestino in forme di interazione che siano rispettose, pacate e tranquille (a bassa intensità) nel rispetto dello stato emotivo in cui si trovano e a seconda dello spazio che concedono agli altri esemplari della propria specie o agli esseri umani.

Foto da Canva

Creare un ambiente accogliente ed evitare di forzare i contatti aiuterà sicuramente a rafforzare la relazione instaurata e a facilitare la comunicazione tra gatto e essere umano.

Ma che tipo di comunicazione si può instaurare e soprattutto come avviene?

Nel 2013 l’Università di Tokyo ha condotto uno studio che ha permesso di capire come avviene la comunicazione tra persone e felini domestici una volta instaurata una relazione. L’analisi ha rivelato in che modo il gatto riesca riconoscere il proprio padrone rispetto a un estraneo.

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Si tratta di una comunicazione che si basa su una combinazione di elementi visivi, tattili e acustici.

I felini hanno una visone dei colori meno performante di quella degli esseri umani uomo che si traduce in maggiore difficoltà a riconoscere le persone visivamente. Per questo all’elemento visuale si combinano anche l’aspetto olfattivo e uditivo.

I gatti hanno infatti un udito molto sviluppato affiancato ad un’incredibile memoria, che gli consente di ricordare i timbri della voce o il rumore dei passi degli esseri umani con cui si relazionano. Inoltre, avendo il senso dell’olfatto estremamente sviluppato, sono in grado di riconoscere e memorizzare gli odori e profumi di chi li circonda.

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Foto di copertina: Canva